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Perché un Dio di Amore Dovrebbe Punire un Peccato Finito con una Tortura Infinita?

Why Would God Punish Finite, Temporal Crimes in an Eternal Hell?

Avendo chiarito e già in parte smontato le obiezioni, vediamo quattro presupposizioni e incomprensioni errate che si nascondono dietro all’obiezione dell’eternità dell’inferno:

Non comprendiamo il vero significato del tormento spirituale.
La Bibbia ci dice che quelli che sono e saranno all’inferno, sono e saranno tormentati, e l’intensità con la quale soffriranno è descritta in un linguaggio figurativo realmente drammatico. Ma le Scritture non descrivono mai l’inferno in cui Dio e i suoi angeli attivamente torturano le anime dei ribelli. La tortura è quella attività sadica che è spesso perpetuata per la gioia (malata) che essa provoca. Il tormento invece è il risultato di una scelta del passato della persona che si trova subire e soffrire le conseguenze. Una persona può essere in un costante tormento per una decisione nel passato senza essere attivamente torturato da qualcuno Ma le Scritture non descrivono mai l’inferno in cui Dio e i suoi angeli attivamente torturano le anime dei ribelli. Click To Tweet

Non comprendiamo l’insignificanza della durata del peccato.
Se qualcuno dovesse rubare diecimila euro a settimana dal negozio in cui lavora avrà rubato circa mezzo milione di euro nel giro di un anno. Se dovesse venire scoperto, il suo crimine (che è durato un anno) verrebbe punito con un presumibilmente qualche anno di prigione. D’altro canto un omicidio può avvenire nel giro di qualche secondo e la punizione potrebbe consistere in una vita di prigione se non in una pena di morte. È quindi chiaro che la durata del crimine ha poco o nulla a che fare con la durata della conseguente punizione.

Non comprendiamo la grandezza dell’Autorità di Dio
Se tuo fratello dovesse scoprire che gli mentivi riguardo al tuo stesso stipendio, potresti perdere il suo rispetto e la sua fiducia verso di te. Se fosse invece il fisco che ti scopre mentire sulle tue entrate le conseguenze sarebbero ben più dolorose. Il crimine è lo stesso, eppure la conseguenza è diversa; come mai? Il motivo è che riconosciamo che più è autorevole la fonte della legge e più è grande la punizione per quelli che la violano. Se Dio è l’autorità più grande, dovremmo aspettarci che la violazione delle “Sue” leggi risulterebbero in punizioni significanti. Oltre al fatto che infrangiamo una legge (da Lui imposta) mediante il peccato, dobbiamo ricordare che il peccato è un’offesa a Dio e che quindi, allo stesso modo, dell’esempio precedente, assume una notevole gravità. Picchiare una pianta è meno grave che picchiare un cane, che, a sua volta, è un’azione meno grave rispetto al picchiare un essere umano. Più è importante ciò che si offende è più è grave il peccato; più è buona una persona a cui è rivolto il peccato e più il peccato è grave (picchiare un bambino di due anni è più grave che picchiare un pluriomicida). Ogni peccato è un’offesa a Dio e quindi il peccato, per necessità, è estremamente grave e necessita una punizione significativa. Ogni peccato è un’offesa a Dio e quindi il peccato, per necessità, è estremamente grave e necessita una punizione significativa. Click To Tweet

Non comprendiamo la profondità del nostro peccato
E’ utile ricordare, anche se è già stato detto, che uno dei presupposti per il quale vengono poste obiezioni all’inferno è non riuscire a comprendere la profondità del nostro peccato e perché esso porti all’inferno. Il motivo della dannazione infatti non è l’aver tirato un calcio al tuo cane quindici anni fa, o aver copiato I compiti alle scuole medie. Il crimine che ci porta all’inferno (che sta alla base di quelli più piccoli) è il nostro rifiuto di Dio e del suo perdono. Il rigetto del perdono di Dio non è finito e limitato: le persone che Lo hanno rigettato, Lo hanno rigettato completamente una volta morti. I dannati hanno rigettato Dio come ultima, finale decisione. Sostenere quindi che la pena non è proporzionata al crimine significa non comprendere il crimine.

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J. Warner Wallace è un detective di polizia, Senior Fellow presso il Colson Center per Christian Worldview, e docente di Apologetica presso la Biola University di Los Angeles. È autore di Cold-Case ChristianityGod’s Crime Scene, and Forensic Faith.

Altri articoli in italiano QUI. Traduzione originale QUI.

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Written By

J. Warner Wallace is a Dateline featured cold-case homicide detective, popular national speaker and best-selling author. He continues to consult on cold-case investigations while serving as a Senior Fellow at the Colson Center for Christian Worldview. He is also an Adj. Professor of Christian Apologetics at Talbot School of Theology, Biola University, and a faculty member at Summit Ministries. He holds a BA in Design (from CSULB), an MA in Architecture (from UCLA), and an MA in Theological Studies (from Gateway Seminary).

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